Fin dall’introduzione, in cui risuonano le parole di una lettera scritta dal cardinale Iacopo Ammannati nell’agosto del 1468, il documentario intreccia immagini spettacolari di oggi alle voci di ieri, in un ritratto di Pienza che si sottrae ai luoghi comuni per esaltarne il senso ultimo, quello di un luogo straordinariamente felice per l’incontro tra arte e natura, tra piaceri dello spirito e godimenti del corpo, tra elevazione dell’anima e culto dell’amicizia.
È ancora questo il motivo per cui oggi torniamo nella città voluta e creata da Pio II: per ricordarci che, sì, è ancora possibile essere in pace con l’ambiente, tenere in equilibrio la città e la campagna, dimenticarci una società divisa in caste, farci attraversare dalla luce.
Vivere, insomma, come esseri umani.
