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INVENTARE IL TEMPO II

  • ANNO
    2015
  • DURATA
    8 x 52′
  • FORMATO
    HD
  • AUTORE
    Sandro Cappelletto
  • REGIA
    Angelo Bozzolini
  • FOTOGRAFIA
    Emanuele Chiari
  • MONTAGGIO
    Massimiliano Cecchini
  • PRODUZIONE
    Land Comunicazioni
  • MESSA IN ONDA
    Rai 5

Sandro Cappelletto torna con una nuova serie di INVENTARE IL TEMPO,  il programma che racconta, svela, indaga alcune pagine della grande musica classica. Grandi esecutori interpretano brani celebri e meno celebri. Da Bethoven a Monteverdi, da Schoenberg a Casella. Con la regia di Angelo Bozzolini.

1. Il Lamento di Arianna (Claudio Monteverdi)
Mercoledì 28 maggio 1608: va in scena una nuova opera, L’Arianna. Musica di Monteverdi, libretto del fiorentino Ottavio Rinuccini. Un’opera che è andata perduta, tranne i dieci minuti che raccontano il momento più drammatico della storia, quando Arianna si accorge di essere stata abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso. A Mantova, nelle sale di Palazzo Ducale dove quattro secoli fa andò in scena la prima, ascoltiamo il “lamento” dell’eroina cretese, per riflettere sul primo atto di un “matrimonio” felice, quello tra parole e musica.

Interpreti: Silvia Vajente (soprano); Bettina Hoffman (viola da gamba); Simone Vallerotonda (tiorba). Set: Mantova, Palazzo Ducale

2. Il bel canto italiano (Rossini, Bellini, Verdi, Donizetti)
Tra il XVIII e il XIX secolo, con soli 18 milioni di abitanti, l’80% dei quali analfabeti, la penisola vantava ben 1000 teatri, d’opera e di prosa. Forse è questa la ragione per cui in quegli anni nacquero, tra Pesaro e Catania, Parma e Bergamo, alcuni dei più grandi musicisti di tutti i tempi: Rossini, Bellini, Verdi e Donizetti, di cui ascoltiamo, per pianoforte e voce, alcune celebri romanze da camera.

Interpreti: Mariella Devia (soprano); Antonello Maio (pianoforte). Set: Accademia Filarmonica di Roma

3. Quadri di un’esposizione (Modest Petrovic Mussorskij)
Quando nel 1873 il pittore e architetto Victor Hartmann morì improvvisamente, a soli 39 anni, l’Accademia Russa di Belle Arti di San Pietroburgo allestì una retrospettiva con oltre 400 opere. Mussorgskij, grande amico dell’artista, fu così colpito dalle tele di Hartmann, che compose di getto i Quadri di un’esposizione: quindici brani per pianoforte, che sono un inno alle radici culturali della “grande Russia”, e pezzi forti del repertorio di molti pianisti.

Interpreti: Maurizio Baglini. Set: Accademia Filarmonica Romana

4. Pagine di guerra (Alfredo Casella e Maurice Ravel)
L’artiglieria pesante del Reich sfila nelle strade del Belgio; la cattedrale di Reims devastata dalle bombe; l’assalto della cavalleria cosacca; le croci di legno di un cimitero di guerra in Alsazia. Hanno riferimenti precisi i “quattro films musicali” che Alfredo Casella compone nel 1915 per pianoforte a quattro mani. Nello stesso periodo, il suo amico e collega Maurice Ravel scrive il Tombeau di Couperin, omaggio a un grande compositore del Seicento francese ed elegia funebre per alcuni amici scomparsi. Ascoltiamo queste “pagine di guerra”, mentre su uno schermo scorrono le immagini del “grande massacro”.

Interpreti: Alessandra Ammara e Roberto Prosseda. Set: Sala A di RadioRai

5. La Grande Fuga (Ludwig van Beethoven)
Vienna, 21 marzo 1826. Beethoven presenta il suo ultimo quartetto. E’ ormai del tutto sordo e ha già quel principio di infezione polmonare che un anno dopo lo porterà alla morte. E’ un musicista di successo, l’ultima sinfonia è stata un trionfo, ma non la smette di sperimentare. Il quartetto è anomalo, cinque tempi: il secondo e il quarto movimento piacciono e vengono subito bissati. Poi il finale, la Grande Fuga, 18 minuti. Per il pubblico è incomprensibile, l’editore si rifiuta di pubblicarla. Il destino del genio: il brano sarà apprezzato molti anni dopo, e accostato, per grandiosità e potenza, al Giudizio di Michelangelo.

Interpreti: Quartetto Bernini. Set: Goethe Insititut-Roma

6. Kinderszenen – Scene infantili (Robert Schumann)
Scene infantili dedicate agli adulti: a quelli, se ancora ce ne sono, che non hanno smarrito la capacità di stupirsi, di provare incanto, di sognare. Sono i 13 “pezzi facili”, che Robert Schumann scrive nel 1838, a 28 anni, e dedica a Clara Wieck, con cui si è appena fidanzato e che sposerà due anni dopo. Un matrimonio d’amore da cui nasceranno 8 figli e che avrà fine nel 1856, con la sua morte, in un ospedale psichiatrico. Alla moglie, e a tutti noi, resterà questa “sintonia delle anime” che è uno dei vertici della grande musica romantica.

Interprete: Mariangela Vacatello. Set: Istituto storico germanico

7. Verklärte nacht – Notte trasfigurata (Arnold Schoenberg)
Un uomo e una donna, due amanti, camminano in un bosco. E’ notte, una notte di luna splendente. Fa freddo. Lei ha deciso che quella notte deve dire al suo uomo una verità che per lui sarà difficile da accettare. E’ sulla base di una poesia di Richard Dehmel che Schoenberg compone, nel 1899, un pezzo per sestetto d’archi (due violini, due viole e due violoncelli) che apre una strada nuova per la musica da camera, una strada che ci proietta, lungo una “notte trasfigurata”, nel pieno del XX secolo.

Interpreti: Sestetto Stradivari. Set: Fondazione Camillo Caetani

8. Verdi contro Wagner (Musica di Matteo D’Amico e brani da opere di Verdi e Wagner)
Bologna, 19 novembre 1871. Verdi arriva a Bologna per ascoltare il Lohengrin di Wagner. E’ in incognito, ma contro la sua volontà viene riconosciuto da tutti. Alla fine della messa in scena il Maestro entra in crisi. Per 16 anni non scriverà più un’opera. E quando tornerà a comporne avrà assorbito molte delle suggestioni del compositore tedesco.

Interpreti: Duo pianistico Sebastiano Brusco-Marco Scolastra; Musica: Matteo D’Amico; Voce narrante: Alfonso Veneroso. Set: Teatro Comunale di Bologna.


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